        Per arrivare all&rsquo;odierna avventura nel Cross, un ritorno decisamente interessante e ambizioso, la Triumph ha compiuto un lungo percorso, come azienda che ha scritto pagine importanti nella storia delle due ruote. La Triumph nasce a Coventry nel 1884, e, come per altri marchi storici del motociclismo, inizia fabbricando biciclette mentre la produzione di moto parte nel 1902. Durante la Prima Guerra mondiale rifornisce di trentamila moto l&rsquo;esercito britannico e negli anni Trenta produce anche automobili (attivit&agrave; proseguita fino ai primi Anni &rsquo;80). Il suo classico bicilindrico parallelo (Speed Twin 500) &egrave; del 1937 e si evolve fino ai modelli recenti. Resta un&rsquo;icona del motociclismo la Thunderbird 6T degli Anni &lsquo;50, famosa anche per il film &ldquo;Il Selvaggio&rdquo; (del 1953) con in sella Marlon Brando. Gi&agrave; negli Anni &rsquo;30 le moto con cui si correva nel Fuoristrada e nel Motocross derivano dai modelli stradali, e ne seguono l&rsquo;evoluzione, con i necessari aggiustamenti tecnici, e cos&igrave; &egrave; per le Speed Twin, le Tiger, e poi la celebre TR5. In Italia qualcuno pu&ograve; ancora ricordare il successo della squadra inglese, nel 1948 con la TR5 Speed Twin, alla Sei Giorni disputata a Sanremo. La moto di serie che ne deriva viene chiamata Trophy. Con la TR6SC Steve McQueen corre la Sei Giorni in Germania nel 1964, e tutti lo ricordano su una Triumph nel film &ldquo;On any Sunday&rdquo;. Passa alla prossima pagina MXGP: Ducati e Aruba insieme per il 2025 &nbsp; Triumph: la storia  Le ruote tassellate fanno dunque parte del DNA della Triumph (fornitrice dei motori per la Moto2 del Motomondiale), ma quando nel 2023 ha annunciato la sua entrata nel gotha del Motocross, la Casa inglese ha sorpreso un po&rsquo; tutti. E nella conferenza stampa ufficiale, al Cross delle Nazioni in Francia a Ern&eacute;e, si &egrave; svelato un programma ben definito e ambizioso: team per il mondiale MX2, AMA National e Supercross USA 250 al primo anno, e al secondo anno anche nella MXGP (sbarco poi spostato di un anno). Nel Mondiale lo sponsor &egrave; il munifico brand Monster, e il team &egrave; capitanato da Thierry Chizat-Suzzoni (per anni proprietario del team ufficiale Kawasaki) e gestito dall&rsquo;esperto Vincent Bereni, mentre per il collaudatore basta il nome, Clement Desalle. Dall&rsquo;altra parte dell&rsquo;oceano, per Supercross e National la Triumph Racing USA si &egrave; presentata nientemeno che con il mitico Ricky Carmichael e Ivan Tedesco. Alla prima prova del Mondiale 2024, in Argentina, tantissimi occhi erano puntati sulla nera inglese, che al sabato nel turno cronometrato MX2 sorprendeva un po&rsquo; tutti con il quinto tempo per il danese Mikkel Haarup e l&rsquo;ottavo per il diciannovenne sudafricano Camden Mc Lellan. Il bello arrivava la domenica con Haarup autore di un quinto e un secondo posto di manche per il terzo gradino del podio del GP. Un podio all&rsquo;esordio, un risultato eccezionale che ha confermato lo spessore del progetto Triumph. Haarup si &egrave; fermato per festeggiare con il team una giornata storica per la Triumph. Al centro del gruppo in festa c&rsquo;era un italiano, il capotecnico Manuel Volpato, piemontese (di Ailoche, in provincia di Biella), 47 anni, 30 dei quali nel Mondiale, personaggio amatissimo nel paddock che merita di essere raccontato.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Triumph: parla Manuel Volpato  &ldquo;Intorno ai diciassette anni facevo il muratore con mio padre, che mi ha trasmesso la passione per il Motocross &ndash; dice Manuel &ndash; e quando potevo correvo qualche gara del Regionale in Piemonte. A volte a sistemare la moto mi aiutava Alberto Angiolini (due volte campione italiano Senior 500), frequentavamo la pista di Serravalle Sesia, e lui lavorava come service Pirelli al Mondiale. Una volta mi ha chiesto di dargli una mano nel lavoro a una gara e da allora &egrave; iniziata la mia storia: l&rsquo;ho seguito in tutta Europa nelle gare del Mondiale 250, e quando rientravo a casa tornavo a fare il muratore. Per me era un sogno entrare nel paddock del Mondiale e allora era stupendo, la sera si cenava noi meccanici e i piloti, erano bei tempi. Nel 2000 &egrave; cambiata la gestione Pirelli e io per il 2001 ho accettato una proposta da Pamo Honda che per&ograve; ha chiuso in pochi mesi&hellip;&rdquo;. Chiusa una porta, si &egrave; aperto un portone: &ldquo;Dato che Andrea Bartolini cercava un meccanico per il suo team con David Philippaerts, Alex Salvini e Ronnie Bosi con l&rsquo;Husqvarna, abbiamo fatto l&rsquo;Europeo 125. L&rsquo;anno dopo, nel Team ST Racing (Sauro Orazi) con Manuel Monni e Luca Cherubini abbiamo vinto l&rsquo;Europeo 125 con Cherubini, con la Yamaha e il kit Rinaldi, e in quel periodo ho conosciuto proprio Michele Rinaldi. Nei tre anni successivi ho vissuto il Mondiale, con il Team Medei, ho lavorato con Cherubini, Salvini e poi con Claudio Federici e la Kawasaki, e abbiamo vinto l&rsquo;Italiano e gli Internazionali d&rsquo;Italia&rdquo;.  Nel 2007 l&rsquo;approdo da Rinaldi, nel team Yamaha ufficiale. &ldquo;Una grande esperienza. Arrivavo in un team ufficiale come meccanico da allenamento di Joshua Coppins. Nel 2008 e 2009 c&rsquo;era anche Philippaerts, che abitava vicino a me in Piemonte. Poi sono diventato meccanico da gara: due anni con Gautier Paulin, tre con Christophe Charlier e cinque con Romain Febvre, con il Mondiale vinto nel 2015. Ricorder&ograve; sempre Maggiora, dove nel fango &egrave; caduto ed &egrave; ripartito con il manubrio piegato ed &egrave; riuscito a vincere proprio il mio GP di casa. Con lui ho anche vinto tre &lsquo;Nazioni&rsquo;: a Matterley Basin la Francia ha trionfato con tre miei piloti, Febvre, Paulin e Charlier&rdquo;. Con il passaggio di Febvre a Kawasaki KRT, per Volpato sono cambiate le cose: &ldquo;Sono rimasto con Rinaldi YZRRS, il racing service per la gestione tecnica dei team ufficiali Yamaha. Nel 2021 ho seguito Glenn Coldenhoff in Yamaha-Wilvo. Tre anni positivi, poi per il 2024 ho deciso di cambiare. Da un paio d&rsquo;anni parlavo con Vincent Bereni, lui &egrave; un corso che vive in California, ha fatto la scuola per meccanici da gara a Le Mans e secondo me &egrave; un grandissimo tecnico, gestiva lui le Kawasaki prima che il team passasse a Kimi Raikkonen. Quando la Triumph ha preso Vincent e la sua squadra Must Motorsport per occuparsi del neonato team nel Mondiale, mi ha rifatto la proposta e ho accettato&rdquo;.  Con la Triumph, l&rsquo;avventura di Volpato &egrave; stata accompagnata da un altro tecnico italiano. &ldquo;Mi hanno chiesto di fare il capotecnico e mettere a disposizione la mia esperienza. Ho portato anche un altro tecnico italiano, Edoardo Bertinazzi, delle mie parti&hellip; Ci spostiamo molto: la squadra fa base nei pressi di Eindhoven e i piloti si allenano in Spagna da ottobre a marzo. Il nostro primo impegno &egrave; stato completare il team poi abbiamo cominciato a lavorare sullo sviluppo&rdquo;. Il podio mondiale ha subito testimoniato la bont&agrave; del progetto: &ldquo;In Argentina mi aspettavo una bella gara perch&eacute; ad Haarup piace la pista. inoltre dopo la preparazione invernale era in forma. C&rsquo;era un po&rsquo; di paura, ed &egrave; normale alla prima gara vera, per qualche eventuale problema tecnico per una moto fresca di sviluppo, ma &egrave; andato tutto al meglio. Il podio &egrave; stato l&rsquo;avverarsi di un sogno&rdquo;. Due GP pi&ugrave; tardi, ancora un podio, sulla sabbia a Riola Sardo, questa volta con Mc Lellan, terzo. "&Egrave; stata una bella conferma, con un pilota giovane, che poi si &egrave; infortunato in Portogallo ed &egrave; rientrato in Indonesia, ha sfiorato il podio ad Arnhem e ha chiuso la stagione nono, pur avendo saltato sei GP&rdquo;. Ancora podio (secondo posto) per Haarup in Indonesia, a Lombok, e quinta posizione finale nella MX2: &ldquo;Mikkel ci ha entusiasmato, ha avuto qualche problema fisico che si &egrave; trascinato nella stagione, ma ha tenuto duro e il quinto posto finale &egrave; un grande risultato&rdquo;.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Triumph, MXGP posticipata  L&rsquo;esordio in MXGP della 450 &egrave; stato posticipato al prossimo anno: &ldquo;Quest&rsquo;anno restiamo in MX2 e continuiamo lo sviluppo della 250 con Mc Lellan e il nuovo arrivato Guillem Farres, spagnolo, che &egrave; gi&agrave; al lavoro con Desalle. Clement per noi &egrave; una colonna fondamentale, &egrave; tra i migliori che conosca per sensibilit&agrave; tecnica, e ha plasmato questa moto: quest&rsquo;anno si occuper&agrave; anche della preparazione dei piloti. In vista del 2026 portiamo avanti anche lo sviluppo della 450 con Haarup, che forse potrebbe disputare qualche prova del National USA. La 450 standard (in commercio) sar&agrave; utilizzata da team privati gi&agrave; quest&rsquo;anno, dovrebbero correre anche Alvin &Ouml;stlund e Max Nagl&rdquo;. Anche negli USA &egrave; arrivato il primo podio gi&agrave; al debutto, con Jordon Smith nel Supercross 250, ad Anaheim.&nbsp;&ldquo;Un risultato importante &ndash; conclude Volpato &ndash; il team americano &egrave; stato potenziato e siamo ottimisti, penso che la Triumph stia crescendo nel Motocross in tutto il Mondo e ci sono grande positivit&agrave; ed entusiasmo&rdquo;.       

La Casa inglese &egrave; tornata a dedicarsi all&rsquo;off-road: i risultati testimoniano la bont&agrave; di un progetto ambizioso, con un&rsquo;anima tecnica piemontese

Cross: Triumph, buona la prima

        Jett di nome e di fatto, il pi&ugrave; giovane dei fratelli Lawrence, si &egrave; imposto con grande autorevolezza sul tracciato inglese, imponendo il suo ritmo al resto del gruppo. Per il pilota della HRC quella di oggi &egrave; la prima vittoria in qualifica al Nazioni e grazie al quarto posto del fratello Hunter (Honda) nella qualifica della MXGP, l&rsquo;Australia conquista il terzo posto alle spalle di Spagna e Francia.  La partenza della Open con Bonacorsi all'interno del gruppo @L.Resta Hole-shot Fernandez, per Lawrence &egrave; solo questione di tempo Al via della manche della Open &egrave; Ruben Fernandez (Honda) a scattare davanti a tutti, alle sue spalle l&rsquo;australiano prende le misure nei primi passaggi, mentre la sorpresa Aparecido do Santos (Yamaha) sfiora l&rsquo;hole-shot e si piazza al quarto posto davanti ad Andrea Bonacorsi (Yamaha), con il suo compagno di team, Maxime Renaux al terzo, con Conrad Mewse (Honda), in gara per la Gran Bretagna, settimo dopo il primo giro e subito veloce sul tracciato di casa. Pi&ugrave; attardato Glenn Coldenhoff (Fantic), sesto davanti ad Aaron Plessinger (KTM), con Jan Pancar (KTM), decimo per la Slovenia davanti a Jago Geerts (Yamaha), mentre Maximilian Nagl (Honda), &egrave; 14&deg;.  Eroe per un giorno, Mewese ha ottenuto un ottimo 4&deg; posto @L.Resta Lawrence vola, Bonacorsi il migliore degli azzurri Dopo due passaggi Jett Lawrence sferra l&rsquo;attacco decisivo e prende il comando, lasciando Fernandez al secondo posto e guadagnando ad ogni passaggio, mentre Bonacorsi fatica ad avere la meglio sul brasiliano, e Mewese passa Coldenhoff e sale in sesta posizione. Il bergamasco riesce ad avere la meglio su Aparecido do Santos dopo quattro giri e lo stesso fa il britannico che un giro dopo passa l&rsquo;italiano, scalzandolo dal quarto posto. Sul traguardo Lawrence transita in solitaria, seguito da Fernandez e Renaux, con Mewese 4&deg; davanti a Bonacorsi e Plessinger, mentre Coldenhoff si ritira.  "Jettson" in volo sul traguardo, per lui &egrave; vittoria @L.Resta       

Il pi&ugrave; atteso di tutti non ha deluso e si &egrave; imposto davanti al pubblico di Matterley Basin, trascinando l&rsquo;Australia al terzo posto. Al termine della qualifiche la Spagna &egrave; prima

Nazioni: Open Lawrence detta legge

        La lista dei piloti in gara questo fine settimana a Matterley Basin, nel Regno Unito, &egrave; davvero straordinaria, a iniziare dai neo laureati Campioni del Mondo della MXGP e della MX2, Jorge Prado (GASGAS) e Kay de Wolf (Husqvarna) che saranno in pista con i colori della Spagna e dell&rsquo;Olanda.&nbsp;  Un sorridente Tim Gajser con la maglia della Slovenia @L.Resta Il Nazioni: una sfilza di campioni e stelle del cross Il team dei Paesi Bassi &egrave; tra i pi&ugrave; attesi, con Jeffrey Herlings (KTM) e Glenn Coldenhoff (Fantic), vincitore di 4 manche tra il 2028 e il 2019, a completare lo schieramento che punta deciso alla vittoria. Il quattro volte iridato spagnolo cercher&agrave; invece di portare per la prima volta sul podio il team iberico assieme a Ruben Fernandez (Honda), galiziano come lui e a Oliver Oriol (KTM), cos&igrave; come proveranno a farlo Tim Gajser (Honda) e Jan Pancar (KTM), in gara per la Slovenia.  Jorge Prado con la divisa della Spagna @L.Resta L'Australia dei Lawrence pronta per il primo oro Aspettative pi&ugrave; alte per l&rsquo;Australia del campione AMA Supercross e Supermotocross Jett e di Hunter Lawrence, entrambi su Honda che con Kyle Webster che punta al primo successo assoluto della formazione oceanica che partecipa dal lontano 1984. Restando oltreoceano, anche gli Stati Uniti di Eli Tomac (Yamaha), Cooper Webb (Yamaha) e Aaron Plessinger (KTM) tenteranno di salire sul podio, mentre i Campioni in carica francesi con Romain Febvre (Kawasaki), quattro volte vincitore al Nazioni, Tom Vialle (KTM) e Maxime Renaux (Yamaha), sono una delle formazioni pi&ugrave; temibili.  Jett Lawrence, una delle stelle del Nazioni 2024 @L.Resta La Germania di Roczen in caccia del podio Ambiziosa anche la Germania di Ken Roczen (Suzuki), Simon Langenfelder (GASGAS) e dell&rsquo;esperto Max Nagl (Honda), giunto alla diciottesima partecipazione e vincitore del trofeo con K-Roc nel 2012. Discorso diverso per il Belgio che ha la sua punta di diamante in Lucas Coenen (Husqvarna) ma che con Brent Van Donink (Honda) e uno Lago Geerts (Yamaha) a mezzo servizio non ha le carte in regola per puntare molto in alto. Menzione d'onore per Tannel Leok che indosser&agrave; la maglia dell'Estonia per la ventiduesima volta in carriera, un vero primato assoluto.  Sguardo da matto per Tannel Leok al 22&deg; Naizoni in carriera @L.Resta       

Ogni anno al Nazioni si possono ammirare all&rsquo;opera i migliori piloti del mondo in gara per conquistare il trofeo Chamberlain, il 2024 non fa eccezione

Nazioni: le star di Matterley Basin

        I Team Manager Marcel Dornh&ouml;fer e Karsten Schneider hanno annunciato la formazione tedesca che disputer&agrave; il 77&deg; Motocross delle Nazioni che si terr&agrave; dal 4 al 6 ottobre a Matterley Basin, nel Regno Unito e che sar&agrave; composta da Ken Roczen (Suzuki) col numero 10 in MXGP, Simon L&auml;ngenfelder (GASGAS) con l&rsquo;11 in MX2 e Max Nagl (Honda) nella Open con il &ldquo;suo&rdquo; numero 12.&nbsp;Per Nagl si tratter&agrave; del 18&deg; Nazioni in carriera, numero che lo tiene al seocnod posto di tutti i tempi alle spalle di Tannel Leok con 20 partecipazioni e davanti ad Antonio Cairoli con 15.  Langenfelder in azione al Nazioni 2023 @L.Resta Roczen primo in MXGP nel 2023 punta al podio 2024 Ken Roczen: "Non vedo l'ora di tornare al Motocross delle Nazioni. Questo &egrave; particolarmente divertente per me, perch&eacute; Matterley Basin &egrave; una delle mie piste preferite. Spero in un buon lavoro di squadra con Simon e Max e in un weekend emozionante. Se riusciremo a fare scelte intelligenti ed evitare di fare piccoli e ovviamente anche grandi errori, penso che potremo avere una possibilit&agrave; di salire sul podio! Abbiamo una squadra davvero forte e tutti hanno esperienza al Nazioni e a Matterley Basin. Non vedo l'ora che arrivi l'evento di quest&rsquo;anno.&rdquo; Simon L&auml;ngenfelder: "Sono molto felice di far di nuovo parte del team tedesco. Con Ken e Max siamo molto ben posizionati. Matterley Basin &egrave; una bella pista e ho bei ricordi l&igrave;. Ho ottenuto la mia prima vittoria in un Gran Premio. Faremo tutti del nostro meglio e come abbiamo dimostrato l'anno scorso, siamo capaci di molto.&rdquo;  Roczen in azione lo scorso anno, "vola" sul pubblico di Ern&eacute;e @L.Resta Nazioni numero 18 per Nagl&nbsp; Il trentaseienne Max Nagl ha dichiarato: &rdquo;Sono davvero emozionato di essere tornato. Ho corso il mio primo Nazioni quando avevo 16 anni e da allora l'ho saltato solo tre volte. Matterley Basin sar&agrave; probabilmente la mia ultima possibilit&agrave; al Nazioni ma sono motivato e abbiamo una buona squadra. Abbiamo possibilit&agrave; di salire sul podio, anche se la fortuna &egrave; sempre un fattore importante ma un piazzamento tra i primi cinque dovrebbe essere possibile.&rdquo; I team manager Dornh&ouml;fer e Schneider hanno dichiarato: "Con il ritorno di Ken Roczen e Simon L&auml;ngenfelder e l'aggiunta di Max Nagl, abbiamo una squadra forte. L'anno scorso abbiamo mancato di poco il podio e Ken ha vinto la classifica individuale della MXGP contro molti piloti ufficiali. Speriamo che la fortuna sia dalla nostra parte quest'anno e che tutti i nostri piloti ottengano buoni risultati nelle tre gare. Allora niente dovrebbe ostacolare un buon risultato."  Nagl in azione nel Campionato tedesco conla tabella rossa di leader @E.Szabadfi       

Ken Roczen guider&agrave; la squadra della Germania a Matterley Basin al Nazioni del prossimo ottobre. Il team tedesco si candida ad essere uno dei pi&ugrave; forti

MXdN: confermato Roczen al Nazioni

        Per molti era il circuito pi&ugrave; bello del mondo, per altri rappresentava l&rsquo;occasione di visitare un luogo dall&rsquo;altra parte del globo; per dieci anni e otto edizioni, quello di Villa La Angostura, &egrave; stato la sede del Grand Premio di Patagonia-Argentina, regalando duelli memorabili e assicurando uno spettacolo unico. Velocissima e piuttosto difficile da interpretare al meglio, le sue curve entravano e uscivano dal bosco di altissimi aghifoglie, non di rado pervase dal fumo dei fuochi allestiti dagli asadores che cuocevano le carni per il pubblico, sempre numeroso.  La ristorazione a bordo pista come da tradizione patagonica Nemmeno il Covid riusc&igrave; a fermare il circuito patagonico Era sopravvissuto anche alla pandemia di Covid19 il Circuito Patagonico di Villa La Angostura, la pista in cenere vulcanica che a partire dal 2015 ha ospitato il Gran Premio di Patagonia-Argentina. In tanti si sono susseguiti sul gradino pi&ugrave; alto del podio della pista che si affacciava sul lago Nahuel Huapi, immenso bacino di acqua dolce formato dallo scioglimento dei ghiacciai che occupa una superficie di pi&ugrave; di 500 chilometri quadrati. Da Max Nagl, vincitore con la Husqvarna ufficiale nella stagione inaugurale, quella che vedeva tra i partenti anche Ryan Villopoto e tra gli spettatori un curioso Casey Stoner venuto dall&rsquo;Australia proprio per fare il tifo per il pilota americano, a Jorge Prado, vincitore dell&rsquo;ultima edizione.  Prado taglia il traguardo primo in gara uno nel 2023 Da Nagl a Prado, 10 anni di vincitori Nel mezzo ci sono Jeffrey Herlings, unico assieme a Jorge Prado (2019-2024) ad aver vinto sia in MX2 che in MXGP (2016-2018), Tim Gajser, unico ad aver vinto ben tre edizioni (2016, 2017, 2022), Antonio Cairoli che dalla Patagonia nel 2019 lanciava l&rsquo;assalto al decimo titolo mai arrivato, a Ruben Fernandez, vincitore a sorpresa nel 2023. In MX2, detto di Herlings, vincitore nel 2016, Dylan Ferrnadis vinse la prima edizione del 2015, Jonass lo fece nel 2017, anno del suo titolo nella classe cadetta, poi seguirono Tom Vialle (2022), Jago Geerts (2023) e da ultimo Kay De Wolf (2024) che in Argentina ha conquistato la tabella rossa ancora oggi sulla sua Husqvarna numero 74.  Cairoli festeggiato dal pubblico nel 2019 L&agrave; dove c'era l'erba Oggi vedere le immagini della pista &ldquo;pi&ugrave; bella del mondo&rdquo;, come piace chiamarla agli argentini, spianata, fa piangere il cuore di molti addetti ai lavori e dei fan delle ruote tassellate. Quella di Villa La Angostura era ben pi&ugrave; che una semplice pista, rappresentava soprattutto una conquista, quella della MXGP che era riuscita a tornare dall&rsquo;altra parte del pianeta con il suo grande circo dopo la pandemia. Andare in Patagonia era un emozione unica per chi per la prima volta calcava a piedi o con le ruote della propria moto quella strana terra scura e cedevole che tante battaglie ha visto in questi indimenticabili 10 anni di gare. Certo, qualcuno si ricorder&agrave; di quanto poteva essere duro il suo suolo se colpito ad alta velocit&agrave; ma correrci sopra per molti era e ora rester&agrave;, un vero e proprio sogno. Il futuro della gara sudamericana &egrave; ancora incerto, un contratto &egrave; in essere e ora si cerca una nuova sede per una gara che potrebbe essere abinata nel 2025 ad una trasferta in Brasile. Salta e San Martin de los Andes i nomi pi&ugrave; probabili.  Il sito di Villa La Angostura ormai smantellato       

Avviati i lavori di smantellamento del &ldquo;Circuito Patagonico&rdquo; di Villa La Angostura. La pista del Campionato del Mondo FIM di Motocross verr&agrave; rimossa a causa del cambiamento di destinazione d'uso dell'area sulla quale insiste

Patagonia: addio alla pista di motocross

        Non &egrave; facile nello sport, come nella vita, cambiare obiettivi, traguardi e consuetudini. Dover rimodellare, correggere e ridimensionare le proprie ambizioni pu&ograve; comportare frustrazione, disillusione. Ma quando, come nel caso di Alessandro Lupino, c&rsquo;&egrave; gi&agrave; una nuova sfida da affrontare, &egrave; tutto pi&ugrave; facile e quasi &ldquo;naturale&rdquo;. Lupino smette con il Motocross? No, smette con il mondiale Motocross, per parafrasare il suo amico Antonio Cairoli nell&rsquo;annuncio di due anni fa. &ldquo;Smetto con il Motocross &ndash; anzi no &ndash; smetto con il Mondiale&rdquo; disse la Leggenda. Da allora Tony si &egrave; sempre allenato in pista, cos&igrave; come ora &egrave; il momento per Lupino di lasciare il campionato pi&ugrave; importante &ndash; un impegno totalizzante per pi&ugrave; di sette mesi &ndash; ma non il Motocross. Motocross: Cairoli "svela" la Ducati Alessandro Lupino in esclusiva  Nato a Viterbo il 15 gennaio 1991, il &ldquo;Lupo&rdquo;, dopo aver vinto tutto nel Minicross (Italiano, Europeo e Mondiale) a 16 anni pass&ograve; direttamente al mondiale Motocross. Dove ha trascorso met&agrave; della sua vita. &ldquo;Da piccolo giocavo a calcio &ndash; racconta &ndash; e a 7-8 anni ebbi in regalo da mio nonno e mio zio, appassionati di moto, un Grizzly 50, ci giravo un po&rsquo; in campagna. L&rsquo;iniziazione vera e propria fu due anni dopo, quando mi presero il Polini 50, che all&rsquo;acquisto omaggiava di una scuola di quattro giorni all&rsquo;isola d&rsquo;Elba condotta da Fabio Fasola. Eravamo un gruppo di bambini, tra loro c&rsquo;era anche Danilo Petrucci. La mia prima gara vera fu nel 2002, nell&rsquo;italiano Minicross Junior. Avevo 11 anni e vinsi subito, e alla fine conquistai anche il titolo italiano. Nel 2006 con KTM Foto Shop vinsi il titolo Senior, l&rsquo;Europeo e il Mondiale&rdquo;.  Dopo il Minicross arriv&ograve; il Mondiale vero e proprio. &ldquo;Nel 2007 entrai nel Team De Carli dove c&rsquo;erano Cairoli e Matteo Bonini: un sogno, ma non ero pronto. Dal Minicross alla 250 quattro tempi, senza neanche passare per la scuola della 125. Nel 2007 fui secondo nel mondiale junior MX2 e sesto nell&rsquo;Italiano, e vinsi il Trofeo MX Italia. Nel 2008 nel mondiale MX2 fui 23&deg;. Nel 2009 dopo i primi cinque GP ero nella Top 15, ma un infortunio alla spalla mi costrinse a un intervento chirurgico. Nel 2010 passai al Team Ricci, con la Yamaha in MX2: fui 14&deg; finale con un terzo posto di manche a Bellpuig. Insieme con Ricci passammo all&rsquo;Husqvarna, con cui nel 2012 vinsi l&rsquo;italiano MX2&rdquo;. Poi ci fu il passaggio al team francese CLS.  &ldquo;Due anni, prima con la Yamaha e poi con la Kawasaki: avevo un buon passo, feci ottavo al Mondiale con due podi, a Sevlievo e Maggiora. Quello davanti ai tifosi italiani fu un momento indimenticabile. E ci fu anche il podio al &lsquo;Nazioni&rsquo; 2013: terzo posto in Germania con Cairoli e David Philippaerts&rdquo;.  Nel 2014 inizi&ograve; l&rsquo;avventura nella classe regina.  &ldquo;In Indonesia si infortun&ograve; Tommy Searle e il team mi chiese di sostituirlo sulla 450. All&rsquo;esordio, ad Arco, con la Kawasaki sorpresi tutti con un ottavo posto in Gara 2, ma pochi giorni dopo mi infortunai a un ginocchio&rdquo;.  Dopo quell&rsquo;inconveniente &egrave; arrivato un ulteriore cambiamento.  &ldquo;Nei tre anni successivi ho gareggiato nel team italiano Honda Assomotor, e dal 2015 faccio parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro Motociclismo, Polizia di Stato, e in tutti questi anni mi &egrave; stato vicino il Moto Club Bonanni di Tavarnelle Val di Pesa. Un brutto infortunio alla spalla mi ha limitato nel Mondiale, ma con Assomotor ho vinto tre titoli italiani (2015, 2016, 2017). Nel 2018 sono passato al team olandese Gebben: tre anni in cui sono tornato a fare buoni risultati nella Top 10 iridata, vincendo l&rsquo;Italiano nel 2018. Avevo Christian Ravaglia come preparatore e abbiamo svolto un ottimo lavoro&rdquo;.  Nel 2021 sei passato al Team KTM-MRT. &ldquo;Dove ho vissuto forse la mia migliore stagione: ho vinto l&rsquo;Italiano e al Mondiale ho chiuso decimo, ma soprattutto ho partecipato alla splendida vittoria del Cross delle Nazioni a Mantova con Cairoli e Mattia Guadagnini&rdquo;.  Nel 2022, con la Beta, il primo incarico grazie alle tue doti di sviluppatore, preludio a quanto accadr&agrave; in Ducati.  &ldquo;Il 2022 &egrave; stato un anno da dimenticare, poi nel 2023, con la Beta e con MRT abbiamo vissuto una buona stagione con un gran lavoro di sviluppo: la moto &egrave; cresciuta e quando ho fatto belle partenze i risultati sono stati positivi (nono in Spagna, ottavo in Lettonia, nde) fino all&rsquo;infortunio in Indonesia. Mentre nell&rsquo;Italiano mi sono classificato secondo per pochi punti&rdquo;.  &nbsp; Alessandro Lupino: un pezzo di storia del Mondiale  Diciassette stagioni iridate, 216 Gran Premi, hai vissuto una fetta di storia del Mondiale.  &ldquo;Mi considero fortunato ma non mi sono mai tirato indietro. &Egrave; stato bello vivere da vicino l&rsquo;epopea di Cairoli, un talento incredibile e irripetibile, e senza dubbio il momento pi&ugrave; alto della mia carriera &egrave; stata la vittoria al &lsquo;Nazioni&rsquo;. Nell&rsquo;ultima manche, corsa in un fango impossibile, sono caduto e ho battuto forte con il casco. Ero stordito, sembravo un automa, ma sono riuscito a finire la manche. All&rsquo;arrivo c&rsquo;era Cairoli che mi aspettava e ho capito che avevamo vinto: incredibile!&rdquo;.  Com&rsquo;&egrave; cambiato il Mondiale in tutti questi anni?  &ldquo;Al mio arrivo c&rsquo;era la manche di qualifica il sabato, a volte con 70 piloti che si giocavano 40 posti, e un Cairoli poteva anche rischiare di rimanere fuori. Oggi vedi i cancelletti che non sono pieni ed &egrave; un peccato. &Egrave; difficile capire e trovare una soluzione: i costi del Mondiale sono molto alti, e forse piloti come Searle, Max Nagl e altri preferiscono il campionato nazionale, meno impegnativo ma con premi in denaro che non ci sono nel Mondiale. Rimettere i premi potrebbe essere un incentivo&rdquo;.  Hai altri suggerimenti per il Mondiale?  &ldquo;Tornerei al format in un solo giorno, come si fa nel National USA e come si fece in Europa nel periodo del Covid: ora stai troppe ore in moto. Oppure, e sarebbe ancora meglio, disputare una manche il sabato e una la domenica: di sicuro si ridurrebbero gli infortuni. Invece ora c&rsquo;&egrave; pure la manche del sabato che assegna punti, oltre alle due della domenica: sono troppe. E anche obbligare gli Over 23 a passare alla 450 in MXGP non mi piace: ci sono piloti adatti alle piccole cilindrate e questo svilisce il valore della MX2&rdquo;. Come hai iniziato a fare il tester?  &ldquo;Nella mia carriera, esclusi i primi anni, ho sempre fatto la mia parte nello sviluppo della moto, mi piace cercare di migliorarla, fornire indicazioni e provare soluzioni nuove. Fin dal periodo con l&rsquo;Husqvarna, quando la moto era abbastanza nuova e si trascorrevano giornate intere con i tecnici di Schiranna, l&igrave; ho cominciato a fare esperienza. Essere il tester di una Casa produttrice &egrave; diverso: ti arriva sempre materiale da provare e sviluppare. Oggi poi c&rsquo;&egrave; molto lavoro da fare con l&rsquo;elettronica&rdquo;.  Una moto che vince nel Mondiale &egrave; adatta anche per un pilota di livello regionale?  &ldquo;No, e lo dico sia per l&rsquo;erogazione del motore che soprattutto per il setting delle sospensioni: se non hai quella velocit&agrave; per farle lavorare, non riesci a sfruttare la moto che, anzi, ti mette in difficolt&agrave;&rdquo;. Quali moto hai preferito?  &ldquo;Tra le 250, la Kawasaki CLS, aveva un motore molto divertente e completo, con coppia e allungo. Tra le 450, la KTM di MRT del 2021: la moto era di serie, con sospensioni WP ufficiali, ed era competitiva al 100%&rdquo;. &nbsp; Alessandro Lupino e la Ducati  Ti prepari per la Ducati, che accompagnerai allo storico debutto nei ruoli di tester e pilota.  &ldquo;&Egrave; un onore: la Ducati &egrave; arrivata nel momento giusto per me. Avevo deciso di &lsquo;rallentare&rsquo; con le gare, e poi mi &egrave; sempre piaciuto lavorare allo sviluppo di una moto, penso di avere l&rsquo;esperienza per fare bene. Questa, poi, &egrave; una sfida italiana e da parte mia ci sono determinazione e orgoglio&rdquo;.  E in rosso ritrovi anche Cairoli.  &ldquo;&Egrave; unico, come pilota e come amico, non potrei chiedere di pi&ugrave;&hellip;&rdquo;.  Al Cross delle Nazioni in Francia ti abbiamo visto con la divisa di Tecnico Federale FMI. &nbsp;&ldquo;S&igrave;, al &lsquo;Nazioni&rsquo; ho intrapreso questa esperienza e mi &egrave; piaciuta molto, &egrave; bello lavorare con i giovani: spero di continuare&rdquo;.  Quanto hai sofferto a vivere il Cross delle Nazioni da tecnico e non come pilota?  &ldquo;Una met&agrave; di me avrebbe voluto correre, ma sono stato felice del podio della squadra&rdquo;.  Ducati: primi test con Cairoli e Lupino       

"Accanto all&rsquo;onore e alla portata storica, la chiamata della Ducati &egrave; arrivata al momento giusto"

Motocross, Lupino come Cairoli: "Smetto, anzi no" | Esclusiva

        Il sodalizio tra i pi&ugrave; fruttuosi in termini di risultati, della storia del motocross, inizia nell&rsquo;estate del 2009, quando quasi inspiegabilmente Yamaha decide di lasciare a piedi Claudio De Carli e il suo team. L&rsquo;offerta della casa di Iwata &egrave; solo per Tony che sta conquistando il suo primo titolo in MX1 proprio in sella ad una Yamaha e che a fine stagione dovrebbe spostarsi nella struttura gestita da Michele Rinaldi, De Carli &egrave; out. Ad Amsterdam, dove fa base Yamaha Europa, hanno per&ograve; fatto male i loro calcoli; il rapporto De Carli/Cairoli &egrave; inossidabile e la fiducia reciproca che entrambi ripongono nell&rsquo;altro &egrave; totale, cos&igrave;, insieme, decidono di affrontare un grande salto nel vuoto: accettare la proposta di KTM.  Un'immagine del primo photoshooting di Cairoli con la KTM, &egrave; l'inverno del 2010 Il primo contatto con la KTM &egrave; tut'altro che confortante Cairoli testa per la prima volta la moto austriaca, &egrave; il 450 di Maximilian Nagl, proprio il pilota che Tony ha battuto conquistando il mondiale. Quella bestia troppo potente, pesante e aggressiva non gli piace affatto, ragione per la quale si inizia a cercare in altre direzioni per dare al gi&agrave; tre volte iridato una moto che risponda meglio alle sue esigenze. Ecco come nasce l&rsquo;idea di un 350 che possa essere competitivo in mezzo alle moto pi&ugrave; grandi e potenti. Mezzo paddock ride al solo pensiero di un pilota che per quanto forte, si schierer&agrave; al cancello di partenza consapevole di avere 100cc in meno di capacit&agrave; del motore rispetto ai suoi avversari e molta meno potenza a disposizione per partire davanti; Pit Beirer e Claudio De Carli restano convinti della loro scelta.&nbsp;  La prima vittoria con la KTM, Mantova, Aprile &nbsp;2010, secondo GP della stagione, con lui Desalle e Nagl Un salto nel vuoto che porta al successo Tony &egrave; il meno preoccupato di tutti, i test invernali sono andati bene, De Carli ha fatto un lavoro perfetto e in Austria hanno seguito alla lettera le indicazioni del pilota siciliano e del manager romano. Il 3 aprile il mondiale inizia a Sevlievo, in Bulgaria, Cairoli &egrave; terzo nella gara di qualifica, alle spalle di Nagl che continua col 450 e che ora &egrave; compagno di squadra del campione in carica sotto la tenda di De Carli. Il tedesco con la moto pi&ugrave; potente parte in testa, Cairoli &egrave; fuori dai 10 e al termine dei 20 giri di gara &egrave; sesto. Qualche sorrisetto inizia a spuntare sul viso dei suoi rivali che non hanno ancora idea di cosa li aspetti. Al via della seconda manche Nagl &egrave; ancora primo ma questa volta Tony &egrave; terzo e nel giro di 10 passaggi prende il comando, regalando la prima vittoria parziale col 350 a KTM. Sul podio il siciliano &egrave; secondo alle spalle del compagno.  Le celebrazioni per la conquista del primo titolo con KTM, il quarto di Cairoli Due GP per iniziare a vincere con la KTM SX-F 350 Il secondo appuntamento stagionale &egrave; in programma a Mantova, la sabbia di fiume, pur non essendo quella di Lommel, piace tanto a Cairoli che &egrave; secondo in gara uno e primo nella seconda, vincendo il primo dei 43 Gran Premi che si aggiudicher&agrave; in sella ad una 350. Il quarto titolo, il primo dei sei che centrer&agrave; con KTM, arriva due GP prima della fine della stagione, a Campo Grande, in Brasile, lontano dall&rsquo;Europa che festeggia il primo titolo conquistato da un costruttore del vecchio continente nella classe regina dal 1985, anno di nascita di Cairoli.&nbsp;  Un'immagine del photoshooting del 2011, la tabella rossa rester&agrave; l&igrave; fino al 2015 La rivoluzione KTM/Cairoli: dall'Europa alla conquista degli USA La decisione di tenere unito il gruppo di lavoro De Carli/Cairoli, si dimostrer&agrave; vincente e porter&agrave; alla conquista di altri cinque Campionati del Mondo della massima categoria. Fino al 2015 Tony sar&agrave; imbattibile e solo alcuni infortuni potranno frenare la sua corsa a diventare 10 o chiss&agrave; quante altre volte Campione del Mondo. La sua scelta di passare in arancione, inoltre, regaler&agrave; a KTM non solo titoli ma anche sviluppo e successo sui mercati di tutto il mondo, aprendo al costruttore austriaco le porte del mercato nord americano, sul quale la 350 sar&agrave; la moto da cross pi&ugrave; venduta per anni, riportando KTM a correre (e vincere) sulle piste del Supercross e del National, convincendo piloti come Ryan Dungey e manager come Roger De Coster a sposare la causa.  Il bacio del Campione, Jill, moglie di Cairoli festeggia col futuro marito il nono titolo ad Assen, &egrave; il 2017 KTM e Cairoli: 14 anni indimenticabili Dopo 14 anni di lavoro insieme Cairoli lascia a KTM la bellezza di 65 Gran Premi vinti, 6 titoli di Campione del Mondo piloti, 5 dei quali conquistati con il 350, 9 titoli costruttori, 1 Nazioni nel 2021 e 1 titolo in MX2 con Andrea Adamo, nelle vesti di team manager del KTM RedBull Factory Racing. La scelta del siciliano di non rinnovare il contratto, annunciata ieri da KTM, con quella che a tutti gli effetti era diventata una seconda famiglia va ricercata nella volont&agrave; di Cairoli di continuare a salire in moto, contribuendo personalmente allo sviluppo della motto che scende in pista e chiss&agrave; che non lo si riveda tra qualche tempo al cancello di partenza di una gara di Campionato Italiano o nelle vesti di wildcard, per guidare una nuova rivoluzione del motocross.  Il primo titolo regalato da Cairoli nelle vesti di team manager a KTM, quello di Adamo in MX2&nbsp;       

Ripercorriamo la lunga avventura che ha visto Cairoli e KTM conquistare 7 titoli iridati, 6 da pilota e 1 da team manager. Tutto ci&ograve; che questo binomio ha regalato al motocross

Antonio Cairoli e KTM: 14 anni straordinari

        Alle volte a parlare di Antonio Cairoli, quasi 38 anni da Patti (ME), sembra di parlare di fantascienza. Il siciliano, oggi team manager dello squadrone austriaco KTM che corre in MXGP e MX2 e che sta dominando la classe cadetta con Andrea Adamo e Liam Everts, primo e secondo in classifica, ha deciso di partecipare alla tradizionale gara internazionale di Ferragosto&nbsp;di Keiheuvel. Sono molti tra i pi&ugrave; giovani in pista, soprattutto nella 250, classe nella quale si &egrave; messo in gioco Cairoli che hanno avuto la possibilit&agrave; di correre per una volta nella vita al fianco del campione italiano.  Antonio Cairoli con la sua KTM 250 SX-F, sorridente dopo la gara @J.Cairoli Cox Herlings su Febvre in 450 Impressionante la lista dei partenti della 450, tra i nomi pi&ugrave; importanti risaltano quelli di Jeffrey Herlings, Romain Febvre (Kawasaki), Benoit Paturel (Yamaha), Pauls Jonass (Honda) e Max Nagl e Max Nagl, mentre in 250 ci sono Liam Everts, Sacha Coenen (KTM), il campione in carica della EMX250 e terzo in gara uno in Svezia, Rick Elzinga. L&rsquo;olandese della KTM si &egrave; imposto vincendo gara due dopo aver terminato la prima alle spalle del francese della Kawasaki che a sua volta ha chiuso al secondo posto la seconda frazione, con Nagl terzo assoluto.&nbsp;  L'assoluta di giornata della 450 (chiamata ancora 500 a Keiheuvel) Incredibile Cairoli, batte tutti in sella alla 250! In MX2 Cairoli ha chiuso gara uno alle spalle di Elzinga, precedendo Everts e proprio nella seconda, quando probabilmente i pi&ugrave; immaginavano che potesse iniziare ad avvertire un po&rsquo; di stanchezza, il nove volte campione del mondo ha sfoderato tutta la sua classe terminando davanti a Elzinga ed Everts che cos&igrave; &egrave; salito sul terzo gradino del podio alle spalle del suo team manager e dell&rsquo;olandese. Era dal 2014, a Kegums in occasione del Gran Premio delle Nazioni che Cairoli non correva in sella alla 250 e per i &ldquo;suoi ragazzi&rdquo; del team KTM deve essere stata una curiosa lezione quella del giorno di Ferragosto che di sicuro non dimenticheranno facilmente.&nbsp;  L'assoluta di giornata della 250 con Cairoli primo davanti a Elzinga ed Everts       

Sembra impossibile ma &egrave; vero: i siciliano partecipa quasi per gioco alla gara internazionale di Keiheuvel, in Belgio, con la 250 e vince battendo i ragazzi che corrono al mondiale

Incredibile, Cairoli vince ancora!

        In Svezia inizia l&rsquo;ultimo quarto della stagione e il quindicesimo round del 2023, segna anche il ritorno dei due campioni del mondo Maxime Renaux (Yamaha) e Pauls Jonass (Honda). La pista di Uddevalla che sorge all&rsquo;interno di una cava di granito a meno di 100 chilometri dal capoluogo G&ouml;teborg, ospiter&agrave; per la venticinquesima volta un Gran Premio.  La collinetta rocciosa che fronteggia la pista di Uddevalla sempre affollata di pubblico Dal 1958 Uddevalla &egrave; Gran Premio di Svezia Il circuito che dal lontano 1958 &egrave; sede iridata &egrave; stato protagonista del calendario per 15 stagioni consecutive dal 2001 al 2015, per poi subire alcuni stop, tornando nel 2017, 2019 e 2022. Questa pista tecnica e veloce &egrave; stata particolarmente amata da Stefan Everts e Antonio Cairoli, vincitori qui sei volte a testa, mentre per gli italiani David Philippaerts (MX2), Samuele Bernardini (EMX125/EMX300), Marco Maddii (EMX300) e persino Andrea Adamo (EMX150), sono saliti sul primo gradino del podio in almeno una occasione.  Il podio della MXGP del 2022, da sx: Gajser, Seewer e Coldenhoff Febvre in caccia della sesta, Prado mai primo a Uddevalla Chi non ha mai vinto a Uddevalla &egrave; Jorge Prado (GASGAS), il galiziano che pu&ograve; contare su 98 punti di vantaggio su Romain Febvre (Kawasaki), &egrave; il grande favorito per la vittoria del suo primo titolo in 450 ma dovr&agrave; fare i conti con l&rsquo;incredibile costanza del rivale francese che si &egrave; aggiudicato gli ultimi 5 Gran Premi consecutivi e che qui vinse nel 2015, anno della conquista del suo iride. A quattro GP dalla fine il pilota della Kawasaki &egrave; l&rsquo;unico che pu&ograve; impensierire lo spagnolo, mentre Jeremy Seewer (Yamaha), alla caccia del secondo successo stagionale e vincitore in Svezia lo scorso anno, cercher&agrave; di difendere la terza posizione dagli attacchi del compagno di squadra Glenn Coldenhoff, primo nel 2019 e a 25 punti dallo svizzero in classifica.  Romain Febvre in azione a Uddevalla nel 2017 con la Yamaha Fernandez, Vlaanderen, Herlings, in tre per un quinto Alle loro spalle il duello per il quinto posto &egrave; tra Ruben Fernandez (Honda) e Calvin Vlaanderen (Yamaha), separati da soli 12 punti dopo che lo spagnolo ha subito uno stop in Finlandia a causa di una brutta caduta, mentre Jeffrey Herlings (KTM) &egrave; settimo e a caccia di punti per recuperare il gap che lo separa dal connazionale, con 68 lunghezze sul nostro Alberto Forato (KTM), ottavo. Riflettori puntati anche su Tim Gajser (Honda) ormai pronto per tentare la prima apparizione stagionale sul podio, alla quarta gara dal rientro a Loket.&nbsp;  La partenza di gara uno nel 2017, da sx: Paulin (21), Nagl (12), Cairoli, Febvre (461), Jasikonis (27), Coldenhoff (259) e Gajser (243) Adamo gi&agrave; vincitore nel 2017, cerca conferme per il titolo In MX2 Andrea Adamo (KTM) che qui vinse con la piccola Honda 150 quattro tempi, pu&ograve; contare su 60 punti di vantaggio su Jago Geerts (Yamaha), il belga per&ograve;, dopo la caduta in gara uno in Finlandia, dovrebbe essere fuori anche in Svezia, il diretto inseguitore del siciliano diverrebbe quinti cos&igrave; il compagno di squadra Liam Everts (KTM), terzo a 87 lunghezze, con Kay De Wolf (Husqvarna) a 118 e il tedesco Simon Langenfelder (GASGAS) quinto a 127, dopo aver centrato quattro podi consecutivi. Per Adamo il quartultimo Gran Premio stagionale potrebbe essere fondamentale per consolidare il vantaggio in classifica, prima dell&rsquo;ultimo appuntamento sulla sabbia nel prossimo Gran Premio di Olanda.&nbsp;  Andrea Adamo in azione nel 2022, precede Haarup (11)       

Dopo una settimana di pausa il Campionato del Mondo FIM di Motocross riprende il suo cammino con il secondo evento scandinavo, il Gran Premio di Svezia MXGP

MXGP: Uddevalla crocevia iridato

        Dopo la pausa estiva una fangosa Gaildorf ha ospitato la prova che apre la seconda met&agrave; del Campionato tedesco di Motocross. Molti i piloti di interesse internazionale che si sono schierati al via delle due manche, tra loro Jeffrey Herlings (KTM), Pauls Jonass (Honda), Adam Sterry (KTM) e Jordi Tixier (Honda). La prima manche del sabato &egrave; stata vinta dall&rsquo;olandese che ha avuto la meglio sul tedesco Henry Jacobi (KTM), con Tom Koch (KTM) terzo davanti al lettone Jonass, alla prima gara dopo l&rsquo;infortunio e Tixier quinto. Settimo posto per il campione in carica Max Nagl (Honda).&nbsp;  Jeffrey Herlings impegnato nel fango di Vantaa, nulla in confronto a quello di Gaildorf Lotta nel fango per Herlings in gara due Gara due &egrave; stata una vera e propria sfida dal gusto enduristico, disputata su una pista completamente allagata dal fango. La seconda manche &egrave; andata ancora a Herlings che si &egrave; imposto su Jonass e Nagl. L&rsquo;olandese ha preceduto di 26 secondi il lettone, con l&rsquo;ex pilota del mondiale a 10 secondi da Jonass. Gara tre che era prevista per la fine del pomeriggio &egrave; stata annullata a causa delle pessime condizioni meteorologiche. La tappa di Gaildorf &egrave; stata quindi vinta da Herlings davanti a Jonass e Koch, con Jacobi quarto e Nagl quinto ma sempre saldamente in testa alla serie. Kay Karrsemakers (Husqvarna) si &egrave; imposto nella Youngster Cup vincendo gara due dopo il secondo posto del sabato alle spalle di Oliver Oriol (KTM), secondo assoluto, con Nickel Cato (KTM) terzo. In 125 successo per Mads Fredsoe (KTM), giovane talento danese in grande ascesa.  La classifica della gara di Gaildorf       

Sulla pista che fino a qualche hanno fa ospitava il Campionato del Mondo di Motocross si &egrave; disputata la quinta prova di campionato tedesco

ADAC MX Masters: Herlings vince a Gaildorf

        Oltre alla prima prova di campionato francese, si correva anche in Olanda, per l&rsquo;esattezza sulla pista di Lierop, tracciato dall&rsquo;indiscutibile fascino e dal tasso tecnico elevatissimo che per anni ha ospitato un Gran Premio molto impegnativo.  Forma mondiale per Van Doninck, vincitore sulla sabbia olandese di Lierop Honda domina la MX1 con 4 piloti nei primi 4 In MX1 colpaccio di Brent Van Doninck (Honda) che conferma l&rsquo;ottima forma gi&agrave; messa in mostra ad Hawkstone Park una settimana prima e si aggiudica il primo round del campionato olandese di Motocross. Il belga, dopo aver fatto segnare il miglior tempo nella sessione di prove cronometrate, si aggiudica gara uno, precedendo Brian Bogers (Honda) e Romain Febvre (Kawasaki), con Pauls Jonass (Honda), quinto alle spalle di Max Nagl (Honda). Ritiro per Jorge Prado (GasGas) protagonista di una brutta caduta. In gara due &egrave; invece Jonass a vincere davanti a Van Doninck e Henry Jacoby (Honda), con Bogers quarto e Prado quinto. Solo settimo Febvre che non centra il podio, appannaggio di Van Doninck, Jonass e Bogers, con Febvre solo quinto alle spalle di Jacobi.&nbsp;  Andrea Bonacorsi sempre a suo agio nella sabbia, ha fatto meglio di Geerts In MX2 De Wolf e Husqvarna fanno gi&agrave; paura In MX2 dominio per Kay de Wolf (Husqvarna), in gara in Olanda a differenza dei suoi compagni di squadra impegnati in Francia a Lacapelle Marival. L&rsquo;olandese, con due vittorie di manche, ha regalato la seconda vittoria di giornata al suo team, dopo quella di Lucas Coenen in Francia. De Wolf ha vinto la prima manche con un vantaggio di ben 52 secondi sull&rsquo;ottimo Andrea Bonacorsi (Yamaha) e pi&ugrave; di un minuto sul vice Campione del Mondo Jago Geerts (Yamaha) autore della pole nelle prove cronometrate, girando mediamente un secondo pi&ugrave; veloce di tutti. De Wolf &egrave; stato altrettanto efficace in gara due, partendo in testa e chiudendo con 7 secondi su Bonacorsi e 14 su Geerts, riuscendo a mantenere la leadership, nonostante una innocua caduta. Sul podio De Wolf ha preceduto Bonacorsi e Geerts.&nbsp;  De Wolf con il premio di 5000&euro; in palio per la vittoria in MX2       

In pista al primo appuntamento con la serie olandese tanti piloti di MXGP ed MX2, pronti a confrontarsi un&rsquo;ultima volta prima che il cancello di Villa La Angostura dia il via al Mondiale 2023.&nbsp;

Motocross: a Lierop è dominio Honda

        Che bello leggere i nomi di Cairoli, Lupino e Guadagnini in cima a questa impressionante sfilza di campionissimi di tutti i tempi, da McGrath a Helrings, passando per Everts, Chiodi, Carmichael, Stewart, Villopoto, Roczen e Musquin. Gli States guidano la classifica degli ultimi 25 anni con 9 successi, seguiti dalla Francia con 6 e dal Belgio con 5; 3 vittorie per l&rsquo;Italia, con Germania e Olanda a quota 1.  Il terzo titolo in 25 anni, per l'Italia &egrave; festa nel 2021 2014 / 2018 da Kegums a RedBud nel segno dei bleu 2021&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Italia Antonio Cairoli / Alessandro Lupino / Mattia Guadagnini 2020&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;NO MXdN 2019&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Olanda Jeffrey Herlings / Glenn Coldenhoff / Calvin Vlaanderen 2018&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Francia Gautier Paulin / Jordi Tixier / Dylan Ferrandis 2017&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Christophe Charlier / Romain Febvre 2016&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Beno&icirc;t Paturel / Romain Febvre 2015&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Marvin Musquin / Romain Febvre 2014&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Dylan Ferrandis / Steven Frossard  Terza e decisiva manche del 2018 a RedBud, Paulin capitano a segno per la quinta volta, qui davanti a Herlings e Cairoli 2005 / 2011 gli ultimi 7 titoli USA 2013&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Ken De Dycker / Jeremy Van Horebeek / Cl&eacute;ment Desalle 2012&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Germania Maximilian Nagl / Ken Roczen / Marcus Schiffer 2011&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Blake Baggett / Ryan Villopoto 2010&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Trey Canard / Andrew Short 2009&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Jake Weimer / Ivan Tedesco 2008&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2007&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2006&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Ivan Tedesco 2005&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Kevin Windham / Ivan Tedesco  Jeffrey Herlings sar&agrave; il grande assente di RedBud, quin nel 2018 mentre si allinea sotto lo sguardo attento di Cairoli 1986/ 2004 da Maggiora &nbsp;a Lierop: Belgio, Francia e Italia, contro gli americani 2004&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Kevin Strijbos 2003&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Jo&euml;l Smets 2002&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi / Alessandro Puzar 2001&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Yves Demaria / Luigi Seguy / David Vuillemin 2000&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Hughes / Travis Pastrana 1999&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi/ Claudio Federici 1998&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Patrick Caps / Stefan Everts 1997&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Stefan Everts / Jo&euml;l Smets 1986&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;USA Jeremy McGrath / Jeff Emig / Steve Lamson  Max Anstie in gara nel 2018 con il butt patch "God Save The Queen", gli inglesi non hanno mai vinto negli ultimi 25 anni       

Un lungo elenco di Nazioni e di piloti che si sono susseguiti in cima al podio pi&ugrave; prestigioso del motocross mondiale negli ultimi 25 anni. A RedBud americani in caccia di un successo che manca da 11 anni.

25 anni di Nazioni: i vincitori dal 1986 a oggi

        Da un estremo all&rsquo;altro nello spazio di un solo anno. L&rsquo;edizione 2021 della MXGP ha rappresentato il campionato pi&ugrave; combattuto del Terzo Millennio con tre piloti in lizza per il titolo fino all&rsquo;ultimo round. Jeffrey Herlings ha completato il sorpasso su Romain Febvre con la doppietta di Mantova, guadagnando otto punti al francese che alla vigilia del GP conclusivo lo precedeva di tre lunghezze e ne aveva 15 su Tim Gajser. Quella (S)volta Che: l'addio triste della Suzuki alla MotoGP I precedenti di Cairoli  Quest&rsquo;anno, invece, complice il ritiro di Antonio Cairoli e gli infortuni che hanno tenuto fermi ai box i primi due della scorsa edizione e hanno impedito a Jorge Prado di gareggiare a Maggiora, lo sloveno della Honda sembra avere vita facile. Gajser si &egrave; gi&agrave; aggiudicato due dei suoi tre titoli della classe regina con un vantaggio superiore ai 100 punti, ma entrambe le volte dopo otto GP (quelli corsi quest&rsquo;anno) la classifica non lasciava presagire alcuna fuga. Due anni fa a condurre era Cairoli con 285 punti, sette in pi&ugrave; di Tim, ma anche Herlings e Jeremy Seewer erano in scia: l&rsquo;olandese era staccato di 22 punti nonostante la violenta caduta di Faenza, durante il settimo GP che lo costrinse a rinunciare al resto del Mondiale, e lo svizzero di 30. Gajser cambi&ograve; marcia nel finale, totalizzando un minimo di 42 punti in ciascuno degli ultimi otto GP e riusc&igrave; cos&igrave; a imporsi con 102 punti su Seewer e 121 sul siciliano. Ancora pi&ugrave; mostruoso il divario a fine campionato 2019: 202 punti sul vice campione, nuovamente Seewer, e 247 punti sul terzo, Glenn Coldenhoff. Eppure anche in quella stagione, dopo le otto tappe iniziali, il suo vantaggio era risicato: soltanto tredici punti su Cairoli che per&ograve; si fece male in Gara 2 del nono round, in Lettonia. La rottura del tendine sovraspinato e di quello sottoscapolare lo costrinsero ad andare sotto i ferri. Quell&rsquo;anno, prima per una frattura al piede poi per la rottura della caviglia, sempre destri, Herlings corse appena cinque GP. A proposito di grandi distacchi, &egrave; notevole anche il +151 di Herlings su Tonino nel 2018: in quel caso Jeffrey fu capace di raccogliere la bellezza di 933 punti. Una differenza non pronosticabile perch&eacute; dopo i primi otto GP godeva di 48 punti su Cairoli, che in seguito sarebbe risalito a -12 con la doppietta nel GP Lombardia in assenza del numero 84 per l&rsquo;infortunio alla clavicola patito in allenamento. Il caso di Everts  Nel 2015 Febvre interruppe la serie di sei titoli consecutivi del pupillo di Claudio De Carli battendo di 143 punti il connazionale Gautier Paulin e di 168 Evgeny Bobryshev. Dopo otto gare per&ograve; c&rsquo;era un quartetto di piloti in un fazzoletto di punti: Maximilian Nagl comandava con 332, Cairoli ne aveva 313, Clement Desalle 291 e Febvre 282. Ma poi i tre rivali patirono pesanti infortuni che li costrinsero ai box per un minimo di cinque GP a testa, fino ai nove del portacolori Suzuki, fermato prima dal ginocchio e poi dalla spalla. Il campionato precedente era stato dominato da Cairoli, bravo a chiudere con 119 punti in pi&ugrave; rispetto a Jeremy Van Horebeek dopo averne avuti 35 sul rivale e ancora meno, 28, su Desalle dopo otto gare. Nel 2011 Tony fu campione, precedendo di 124 punti Steven Frossard e di 135 Desalle, ma dopo otto gare il trio era racchiuso tra quota 300, del pilota Yamaha, e 322 dell&rsquo;alfiere KTM. Un caso a parte &egrave; rappresentato dal decimo e ultimo titolo di Stefan Everts, nel 2006 in MX1. Su un massimo disponibile di 750 punti, il belga ne totalizz&ograve; addirittura 739: fece l&rsquo;en plein in 12 GP su 15 mancando le doppiette a Zolder (GP Fiandre) per un 2&deg; posto in Gara 1, a Bellpuig (Spagna) per un 3&deg; in Gara 1 e a Desert Martin (GP Irlanda del Nord) per la piazza d&rsquo;onore in Gara 2. Kevin Strijbos, primo degli umani, raccolse 529 punti, finendo a 210 lunghezze, malgrado una media di 35,3 punti a GP. Quell&rsquo;anno gi&agrave; dopo otto round il destino del campionato pareva segnato: Everts 392 punti, Strijbos 293 e Tanel Leok 278. Giova per&ograve; rimarcare che Joshua Coppins, che nel 2005 aveva chiuso a -69 da Sua Maest&agrave;, salt&ograve; la prima met&agrave; del Mondiale per l&rsquo;infortunio alla spalla. Quella (S)volta che: l'invasione tricolore nella SSP600       

Tim &egrave; ormai abbonato ai titoli vinti con distacchi-record. Ma Everts &egrave; lontano

Quella (S)volta Che: Gajser, il solista del Cross

        2005: l'America sbarca in Francia  Il Gran Premio di Francia torna nella storica sede di Ern&egrave;e, un circuito che negli ultimi 20 anni ha ospitato spesso eventi indimenticabili. E&rsquo; il caso del Gran Premio delle Nazioni del 2005, vinto dal trio americano composto da: Ricky Carmichael, Kevin Windham e Ivan Tedesco. La compagine americana vinse battendo la concorrenza del dream team francese dei padroni di casa che schieravano Michael Pichon, David Vuillemin e Sebastien Tortelli (tre piloti con un passato americano) e i belgi che si presentarono con Stefan Everts (il belga nel 2003 fu il primo e il solo pilota nella storia a vincere nella stessa giornata nelle tre classi in gara 125-250-500 e nel 2006 diede qui l&rsquo;addio alle competizioni), Kevin Strijboe e Steve Ramon. Una gara stellare che si svolse davanti a un pubblico immenso, provenienti da mezza Europa.  Ricky Carmichael in azione a Ern&eacute;e nel Nazioni 2005 Dieci anni dopo la vendetta francese  Dieci anni pi&ugrave; tardi, nel 2015, la Francia si prese la rivincita, battendo con Romain Febvre, Marvin Musquin e Gautier Paulin, l&rsquo;America di Justin Barcia, Cooper Webb e Jeremy Martin, col Belgio ancora terzo con Jeremy Van Horebeek, Ken De Dycker e Julien Lieber. Generazioni diverse per gare diverse ma comunque da incorniciare, solo Antonio Cairoli avrebbe potuto essere presente da protagonista nelle due edizioni ma un infortunio lo mise ko durante la stagione che incoron&ograve; Febvre Campione del Mondo e pose fine alla carriera di Ryan Villopoto e cos&igrave; l&rsquo;Italia schier&ograve; un inedito e giovanissimo trio formato da Ivo Monticelli, Michele Cervellin e Samuele Bernardini. Per la cronaca, un giovanissimo Tim Gajser si impose con la sua Honda nella Finale B, battendo Arminas Jasikonis, senza per&ograve; non riuscire a portare la Slovenia in finale A, nella quale entr&ograve; il Giappone.  Il Nazioni 2015, 10 anni dopo il pubblico &egrave; sempre incredibile Cinque anni fa l'ultimo Gran Premio targato Ern&eacute;e  Detto questo, l&rsquo;ultima volta che il circuito di Ern&egrave;e ha ospitato un Gran Premio &egrave; stato nel 2017, quando fu Clement Desalle ad imporsi su Cairoli e Paulin, con Gajser assente per infortunio. Cinque anni dopo nessuno di questi piloti sar&agrave; presente in pista, un&rsquo;altra generazione di piloti infatti si batter&agrave; per la vittoria in MXGP. Per lo sloveno si tratter&agrave; di una prima in Gran Premio, visto che non ne ha mai disputato uno su questo tracciato spettacolare che si snoda attraverso una collina e la sottostante valle, regalando al pubblico una vista praticamente a 360&deg; su quello che succede in pista.  Le prime fasi di gara uno della MXGP del 2017 con Paulin davanti a Cairoli e Nagl Pericolo Renaux per Gajser  Gajser dovr&agrave; fronteggiare gli attacchi del padrone di casa,&nbsp;vincitore delle ultime due manche disputate in Spagna e contestualmente del suo primo Gran Premio nella classe regina, Maxime Renaux (Yamaha) divenuto il suo principale rivale in classifica iridata, anche se a ben 66 punti di distanza. La natura della terra scura e umida potrebbe risentire delle precipitazioni annunciate frequenti durante il fine settimana che potrebbero rendere piuttosto incerto l&rsquo;esito delle gare. Occhi puntati su Glenn Coldenhoff (Yamaha), sul podio nelle ultime due gare consecutive, al contrario di Gajser, assente dalle prime tre posizioni nelle ultime due prove.&nbsp;  Un giovanissimo Jorge Prado alle prese con la terra francese nel 2017 Italiani forza quattro  Per i nostri colori ci saranno Mattia Guadagnini (GasGas) sempre alle prese con l&rsquo;apprendistato in 450 che sta dando ottimi risultati, Alberto Forato (GasGas), in caccia del suo posto nella top 10 di campionato e Nicholas Lapucci (Fantic), alla seconda gara dal rientro e Ivo Monticelli (Honda) che su questa pista potrebbe dire la sua.&nbsp; Alessandro Lupino sar&agrave; invece assente per fare ulteriori accertamenti e capire cosa non vada nel suo corpo dopo l&rsquo;intervento di appendicectomia. &nbsp;  Ivo Monticelli in azione sulla KTM MRT nel 2017       

La MXGP fa tappa a Ern&eacute;e dove si trona a correre dopo cinque anni, un'alluvione che ha distrutto l'impianto, una bancarotta del club ed il successivo riacquisto da parte della Federazione Francese che ha rimesso impiedi un tracciato iconico

MXGP: in Francia Renaux tenta il bis

Villa La Angostura, magnifica localit&agrave; turistica sita a circa 75 chilometri a nord del capoluogo Bariloche, lungo la mitica Ruta 40, la strada lunga 5194 chilometri che attraversa l&rsquo;Argentina dalla Bolivia fino alla terra del Fuoco, ospita per la sesta volta una tappa del Campionato del Mondo FIM di Motocross.    Sesta edizione del Gran Premio di Patagonia Argentina a Villa La Angostura  Da Nagl a Cairoli, 5 anni di Gran Premi   L&rsquo;MXGP della Patagonia-Argentina ha fatto la sua prima apparizione nel calendario nel 2015 e furono Max Nagl e Dylan Ferrandis a vincere, rispettivamente in MXGP e MX2. L&#39;ultima volta che la MXGP &egrave; stata a Villa La Angostura, nel 2019, sono stati invece Antonio Cairoli e Jorge Prado a vincere, regalando al team De Carli una magnifica doppietta. Di quella giornata quest&rsquo;anno mancheranno tre grandi protagonisti in pista, oltre a Cairoli infatti, saranno assenti anche Jeffrey Herlings (KTM) e Romain Febvre (Kawasaki). I tre occupavano i primi tre posti della classifica al termine di gara uno e lo avrebbero fatto anche nella seconda se non fosse stato per il brutto volo di Febvre sulle waves della pista patagone. Sul podio insieme ai primi due sal&igrave; un sorprendente Jeremy Van Horebeek, all&rsquo;epoca in sella alla privatissima Honda del team SR e oggi presente con la Beta, a differenza del compagno Alessandro Lupino, lasciato a casa a testare il nuovo materiale.    Nei box il venerd&igrave; scorre tranquillo tra verifiche e messa a punto degli ultimi dettagli  Gajser in cerca della tripletta   Tim Gajser (Honda) avr&agrave; la possibilit&agrave; di staccare tutti nella classifica delle vittorie in Argentina, avendo vinto gi&agrave; due volte qui, come Herlings. Lo sloveno prover&agrave; anche ad allungare ulteriormente in classifica iridata, portando a tre anche le vittorie stagionali, questa volta per&ograve; con un parco partenti decisamente ridotto e soli 16 piloti partecipanti a tempo pieno al mondiale presenti in MXGP e 15 in MX2. A dargli filo da torcere ci saranno senz&rsquo;altro Maxime Renaux (Yamaha), gi&agrave; sul podio della MXGP a Mantova, Jorge Prado (GasGas), due volte sul podio in questo inizio di stagione e vincitore qui nel 2019 appunto e Jeremy Seewer (Yamaha), in cerca di rivincita dopo i tanti errori commessi in Italia due settimane fa. Esordio argentino per Alberto Forato (GasGas), ottimo decimo del mondiale dopo le prime due prove.    Tempo di relax anche nel team HRC dopo le verifiche tecniche  Geerts in &quot;rosso&quot; in Argentina   In MX2 la nuova tabella rossa della serie, Jago Geerts (Yamaha), reduce dalla doppietta di Mantova, cercher&agrave; di consolidare un primato che gli mancava dal 2020, &egrave; lui il favorito di questa prova che si disputa su una pista piuttosto &ldquo;sabbiosa&rdquo;. Occhi puntati anche su Simon L&auml;ngenfelder (GasGas); il tedesco &egrave; secondo in classifica, a soli quattro punti da Geerts e vorr&agrave; tornare sul podio dopo la splendida vittoria di Matterley Basin. Insieme a lui anche Tom Vialle (KTM) vorr&agrave; rifarsi dopo l&rsquo;orribile caduta di Mantova, dalla quale si &egrave; rialzato miracolosamente e senza patire conseguenze serie. Il francese &egrave; alla caccia del suo secondo titolo prima di passare alla classe regina e per lui &egrave; gi&agrave; ora di recuperare punti sul leader e rivale Geerts. Outsider di lusso di questo terzo round sono Kay de Wolf (Husqvarna), Andrea Adamo (GasGas), reduce dal suo primo podio in carriera, Kevin Horgmo (Kawasaki) e il nostro Mattia Guadagnini (GasGas), autore di un avvio di stagione pi&ugrave; complicato del previsto. Al via anche Gianluca Facchetti (KTM), in Argentina per dare continuit&agrave; ai primi incoraggianti risultati del 2022.    La nuova tabella rossa del leader della MX2, Jago Geerts (Yamaha) 

Due settimane dopo Mantova, il terzo Gran Premio della stagione 2022 della MXGP torna a visitare una delle localit&agrave; pi&ugrave; belle del calendario, la Patagonia! Un fine settimana che sar&agrave; caratterizzato da temperature estive e pochi piloti in gara

MXGP Argentina-Patagonia: il mondiale torna oltreoceano

        Con l&rsquo;aiuto di un giornalista argentino, super appassionato, Nestor Gutierrez, siamo andati a scavare nel passato del nostro Sport per scoprire come tutto sia iniziato.&nbsp;Nestor Gutierrez: &ldquo;Come sport, il motocross inizi&ograve; in Argentina nel 1962 per mano di Jean Pierre Raemdock che viaggi&ograve; con la sua BSA 350 dal Belgio, il suo paese, fino a Villa La Angostura. Lo stesso luogo in cui si terr&agrave; l&rsquo;MXGP di Patagonia Argentina questo fine settimana.&rdquo;  Nestor con Franco Picco a fine gara &nbsp;1985 il Mondiale 125 esordisce a Salta  &ldquo;I primi piloti argentini a correre un Campionato del Mondo furono Carlos Allu&eacute; e Gerardo Franzgrote, che nel 1980 soggiornarono a casa di J&ouml;el Robert. Lo stesso anno in cui Roger de Coster fece il suo debutto su una CR500 in un Supercross a Buenos Aires; J&ouml;el Roberts aveva gi&agrave; visitato la citt&agrave; di Bariloche per offrire corsi agli aspiranti piloti locali.&nbsp;Nel 1981 si tenne una gara pre-mondiale a Mendoza, con tra gli altri Harry Everts e poi a Salta, nel 1983 e 84 si replic&ograve; e vinsero l'americano Ricky Maky e il vostro Franco Picco.&nbsp;Per arrivare alla prima gara di Campionato del Mondo bisogner&agrave; attendere il 1985, quando in provincia di Salta, organizzata da Reinaldo Cozzani, si tenne una prova della 125cc, la prima di tre consecutive.&rdquo;  Con Alex Puzar raccogliendo le impressioni del dopo gara Nel 1988 sbarca il Mondiale 250  &ldquo;Nel 1988 invece fu la volta della categoria 250 che visit&ograve; per la prima volta l&rsquo;Argentina, mentre nel 1989 torn&ograve; la 125.&nbsp;Poi ci fu una lunga pausa, fino al 1994, dovuta alle oscillazioni economiche, seguita da una seconda prova nel 1995.&nbsp;Fino al 2010, l'attivit&agrave; internazionale in Argentina &egrave; rimasta ferma, con un solo tentativo di rilancio con l'arrivo dell'ormai defunto Campionato del Mondo MX3.&nbsp;Bisogner&agrave; invece attendere il 2015 per rivedere il Mondiale in Argentina che torner&agrave; a Villa La Angostura tutti gli anni fino al 2019 quando la Pandemia di Covid 19 ha nuovamente messo un freno agli spostamenti verso l&rsquo;Argentina. Ora, dopo due anni di pausa, la MXGP torna su quello che &egrave;, a detta della quasi totalit&agrave; dei piloti, il miglior circuito del mondo.&rdquo;  Chicco Chiodi a Cordoba con la 125 nell'anno in cui vinse 2022: quattordicesimo Gran Premio di Argentina  Quest'anno sar&agrave; quindi la quattordicesima edizione di questo GP e questi sono tutti i vincitori delle passate edizioni:&nbsp; 1985 &ndash; Salta/125 &ndash; Pekka Vekhonen &ndash; FIN - Cagiva&nbsp; 1986 &ndash; Salta/125 &ndash; Dave Strijbos &ndash; NED - Cagiva&nbsp; 1987 &ndash; Salta/250 &ndash; Rodney Smith &ndash; USA- Honda&nbsp; 1988 &ndash; Salta/250 &ndash; Giuseppe Andreani &ndash; ITA - Honda&nbsp; 1989 &ndash; Cordoba/125 &ndash; Trampas Parker &ndash; USA -Ktm&nbsp; 1994 &ndash; C&oacute;rdoba/125 &ndash; Bobby Moore &ndash; USA - Yamaha&nbsp; 1995 &ndash; C&oacute;rdoba/125 &ndash; Alessio Chiodi &ndash; ITA - Yamaha&nbsp; 2010 &ndash; La Rioja/MX3 &ndash; Carlos Campano &ndash; ESP - Yamaha&nbsp; 2015 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Dylan Ferrandis &ndash; FRA &ndash; Kawsaki 2015 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Max Nagl&nbsp;&ndash; GER &ndash; Husqvarna 2016 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Jeffrey Herlings &ndash; NED &ndash; Ktm 2016 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Tim Gajser&nbsp;&ndash; SLO &ndash; Honda 2017 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Paul Jonass &ndash; LAT &ndash; Ktm 2017 &ndash; Neuquen/ MXGP &ndash; Tim Gajser&nbsp;&ndash; SLO &ndash; Honda 2018 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Paul Jonass &ndash; LAT &ndash; Ktm 2018 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Jeffrey Herlings&nbsp;&ndash;NED &ndash; Ktm 2019 &ndash; Neuquen/MX2 &ndash; Jorge Prado &ndash; SPA &ndash; Ktm 2019 &ndash; Neuquen/MXGP &ndash; Antonio Cairoli&nbsp;&ndash; ITA &ndash; Ktm  Claudio Federici con la TM a Cordoba nel 1994       

A molti la gara che si disputer&agrave; in Patagonia pare solo una meta curiosa e in linea con un motocross &ldquo;moderno&rdquo;, sempre in cerca di gare e destinazioni esotiche, ma l&rsquo;Argentina non &egrave; affatto nuova al calendario del Mondiale FIM di Motocross

MXGP di Patagonia Argentina: Il motocross ha una storia nel sud del mondo

Dopo tre anni di stop si torna a correre in Argentina, era infatti dal&nbsp;2019 che il Circus della MXGP non visitava il paese latino americano, anche se l&rsquo;evento &egrave; sempre stato nelle prime versioni dei calendari del Mondiale. Tra i vincitori del Gran Premio d&#39;Argentina dal primo evento tenutosi nel 2015 ci sono Max Nagl, Jeffrey Herlings, Tim Gajser, Pauls Jonass, Jorge Prado e Antonio Cairoli e sar&agrave; interessante vedere chi vincer&agrave; nel 2022.    Il via del Gran Premio di Patagonia 2019, da sinistra: Febvre, Gajser, Van Horebeek, Desalle  Per il Mondiale delle ruote tassellate &egrave; un ritorno alle gare oltreoceano dopo lo stop imposto dalla pandemia di Covid19, un buon segnale in prospettiva anche per le due trasferte indonesiane, in programma per l&rsquo;estate. Una versione aggiornata del calendario MXGP 2022 dovrebbe essere resa nota nelle prossime 24 ore, anche perch&eacute; originariamente il GP era in programma per il 6 Marzo, come seconda data della stagione, mentre ora potrebbe essere sostituita dal Gran Premio di Lombardia sulla pista di Mantova.    Il vincitore dell&#39;ultima edizione del Gran Premio di Patagonia-Argentina: Antonio Cairoli 

Infront Moto Racing ha annunciato il ritorno del Campionato del Mondo FIM di Motocross in Patagonia, a Villa La Angostura, il 19 e 20 marzo per l&#39;MXGP di Patagonia - Argentina

MXGP: in Patagonia il GP di Argentina,&nbsp;a Mantova il secondo GP dell&rsquo;anno

        Nella nota emanata oggi il gruppo KTM AG mette in evidenza i risultati conquistati dal connubio tra le due strutture in questi otto anni, sottolineando i terzi posti iridati di Max Nagl nel 2016 e di Gautier Paulin del 2017, oltre alla vittoria al Gran Premio delle Nazioni, sempre del 2017, di Max Anstie, quando il britannico centr&ograve; la doppietta a Matterley Basin che regal&ograve; alla squadra inglese il terzo posto sul podio.  La foto di rito per la prima vittoria di manche conquistata da Jasikonis in Lettonia nel 2020 Jonas "La squadra ci ha veramente aiutato a far crescere il marchio Husqvarna grazie ai grandi risultati dei suoi piloti in MXGP"  Robert Jonas &ndash; Vice Presidente di Motorsports Offroad: &ldquo;Fin dal suo rientro nel Mondiale Motocross FIM nel 2014, Husqvarna Motorcycles ha avuto un rapporto fantastico con IceOne Racing. Antti e il suo team sono stati un partner eccellente, mostrando sempre una professionalit&agrave; e una dedizione incredibili. La squadra ci ha veramente aiutato a far crescere il marchio Husqvarna Motorcycles grazie ai grandi risultati dei suoi piloti in MXGP, oltre a contribuire allo sviluppo dei nostri modelli da motocross. Questa collaborazione &egrave; stata veramente eccezionale in tutti questi anni, e voglio augurare a tutto il team tutto il meglio per il suo futuro da parte di tutte le persone di Husqvarna Motorcycles.&rdquo;  Lo squadrone del 2017 con Nagl, Paulin e Anstie Pyrhonen: "Ora per IceOne Racing &egrave; il momento di aprire un nuovo capitolo"  Antti Pyrh&ouml;nen &ndash; Team Manager MXGP Rockstar Energy Husqvarna Factory Racing: &ldquo;Da parte mia, di Kimi R&auml;ikk&ouml;nen e dell&rsquo;IceOne Racing, voglio dire un sincero grazie a Husqvarna Motorcycles, Robert Jonas e Pit Beirer per la fantastica opportunit&agrave; che ci hanno dato di creare un rapporto professionale che &egrave; durato quasi dieci anni. Insieme abbiamo sempre spinto al massimo, e siamo sempre stati orgogliosi di questa relazione. Voglio anche dire grazie a tutte le persone eccezionali che lavorano nel reparto Motorsports in Austria. Ora per IceOne Racing &egrave; il momento di aprire un nuovo capitolo, ma il rispetto, l&rsquo;amicizia e i ricordi dureranno per sempre.&rdquo;       

E&rsquo; arrivato il comunicato che sancisce la fine del rapporto tra il Team Ice One Racing di Kimi Raikkonen e la Husqvarna. L&rsquo;annuncio che non arriva a sorpresa, precede il prossimo che sar&agrave; quello di Kawasaki Motor Europe per annunciare l&rsquo;ingaggio della struttura guidata dall&rsquo;ex pilota di motocross Antri Pyrhonen per il mondiale MXGP 2022.

MXGP: Husqvarna-Ice One, ufficializzato il divorzio

        Cento punti, due Gran Premi, quattro manche, nient&rsquo;altro separa il pilota che risulter&agrave; primo al termine dell&rsquo;ultima manche del diciottesimo round del Campionato del Mondo FIM di Motocross 2021 dal titolo di Campione del Mondo. Tre piloti, tre approcci radicalmente differenti, tre stili, tre costruttori; diversi in tutto, Romain Febvre (Kawasaki), Tim Gajser (Honda) e Jeffrey Herlings (KTM), sono i tre finalisti di questa entusiasmante quanto atipica stagione di MXGP. La resa dei conti &egrave; arrivata: &ldquo;Gentlemen start your engine&rdquo; e, nemmeno a dirlo, che vinca il migliore.  Quattro partenza ci separano dalla fine del Mondiale MXGP Febvre, l'outsider di lusso con la tabella rossa  Romain Febvre, il pi&ugrave; schivo dei tre, piuttosto introverso, raramente sorridente, per niente diplomatico; il campione del Mondo 2015 &egrave; quello tra i tre ad aver vinto meno in carriera (15 GP ed un titolo MXGP). Arrivato proprio nel 2015 alla classe regina, dopo aver fatto vedere cose belle in MX2 sull&rsquo;Husqvarna 250, riusc&igrave; a trarre il meglio possibile da una stagione alquanto marcata dagli infortuni. In sella alla Yamaha ufficiale e sotto la guida di Michele Rinaldi, Mino Raspanti e Fabio Santoni, il giovane francese proveniente dall&rsquo;Europeo Supermoto, vinse l&rsquo;unico titolo fin qui conquistato, nell&rsquo;anno della grande sfida Cairoli/Villopoto, avendo la meglio anche su Maximilian Nagl, tabella rossa prima di fermarsi per infortunio. Dei tre &egrave; l&rsquo;&rdquo;outsider&rdquo; e pochi avrebbero scommesso su di lui ad inizio anno, soprattutto visti i numerosi errori che lo hanno privato di molto punti; ora per&ograve; &egrave; il pi&ugrave; entusiasta e carico dei tre ed &egrave; pronto a giocarsi tutto, senza avere nulla da perdere. Per il suo team, all&rsquo;ultima stagione prima di passare la mano, un&rsquo;occasione unica per chiudere vincendo il primo titolo.  La concentrazione di Febvre prima del via Gajser: il campione in carica e i suoi tifosi  Tim Gajser, il campione in carica, dei tre &egrave; quello che ha vinto pi&ugrave; titoli nella massima categoria (tre) ed &egrave; il pi&ugrave; &ldquo;cool&rdquo;. Spesso sorridente e rilassato, Tim &egrave; il buono, quello che ringrazia sempre tutti che non fa mai polemica e va fortissimo. Lo sloveno &egrave; anche l&rsquo;unico dei tre che potr&agrave; contare sul pubblico amico, dato che gli sloveni in queste occasioni, come accaduto in Trentino, si mobilitano in massa con pullman e quant&rsquo;altro per sostenere il loro idolo. Con una moto che ad inizio anno sembrava assolutamente imbattibile, Tim non ha nelle partenze la sua arma migliore, come d&rsquo;altronde i suoi due rivali ed &egrave; quello che in caso di falsa partenza, impiega pi&ugrave; tempo a rimontare. 33 vittorie di Gran Premio all&rsquo;attivo, a Mantova Gajser ha vinto duelli stellari con Cairoli ma ha anche vissuto giornate drammatiche, come quella del 2018, quando a seguito di una caduta orribile, riport&ograve; danni seri a mandibola e volto o quella del 2019, quando naufrag&ograve; nel diluvio. Come Febvre, anche lui non ha corso al Nazioni ma non dovrebbe essere un freno alla sua velocit&agrave;.  Calma e preghiera accompagnano da sempre Gajser al cancello di partenza Herlings: il pi&ugrave; veloce e il pi&ugrave; sfortunato  Jeffrey Herlings, quattro titoli come Gajser ma tante, tante vittorie di Gran Premio in pi&ugrave; dei rivali (97) &egrave; il terzo in classifica; solo due settimane fa era il predestinato, quello che nonostante avesse saltato diverse manche per infortunio, sembrava imbattibile. Ci ha pensato un pilota sconosciuto a fermarlo, passando sulla sua moto dopo il via di gara uno del Gran Premio di Pietramurata, risultato: moto ko, Mondiale riaperto e morale sotto i tacchi. L&rsquo;olandese &egrave; indubbiamente il pi&ugrave; veloce dei tre in prova e in gara, sono sue ben 11 pole position stagionali, ed &egrave; il pi&ugrave; rapido nelle rimonte in caso di partenza difficile ma occhio alla foga che lo ha tradito per ben due volte nell&rsquo;ultimo GP disputato. Senz&rsquo;altro non &egrave; il pi&ugrave; empatico dei tre ma in fondo, cosa importa, tanto a forza di colpi di sfortuna sta diventando pure simpatico; comunque, se dovesse guidare come al Nazioni,&nbsp;il titolo sar&agrave; suo.  Sempre ultimo ad arrivare al cancello, Herlings l'ha per&ograve; scelto per primo ben 11 volte&nbsp;       

A due Gran Premi dal termine, solo tre punti separano i tre contendenti al titolo della MXGP 2021. Chi la spunter&agrave; tra i tre assi del motocross? Cairoli, Prado, Seewer e gli altri piloti della classe regina faranno da arbitro in questo scontro titanico?

MXGP: è arrivata l'ora per la resa dei conti

Si &egrave; aperto ufficialmente il settantaquattresimo Motocross delle Nazioni. L&rsquo;edizione 2021 della prestigiosa gara che si &egrave; disputata l&rsquo;ultima volta ad Assen in Olanda nel 2019, riprende il suo leggendario cammino da Mantova. La giornata di apertura, tradizionalmente dedicata alle presentazioni delle squadre si &egrave; chiusa come di consueto con la parata davanti al piazzale di partenza e con l&rsquo;estrazione a sorte dei cancelli con i quali prenderanno il via le gare di qualifica di domani.&nbsp;    Il tabellone completo con le 31 Nazioni che si sono presentate al via della settantaquattresima edizione  Partenza in salita per l&#39;Italia targata KTM   Sorteggio sfortunato per l&rsquo;Italia che vedr&agrave; Antonio Cairoli (MXGP-KTM), Mattia Guadagnini (MX2-KTM) e Alessandro Lupino (Open-KTM) entrare in partenza per ventottesimi, precedendo i super favoriti dell&rsquo;Olanda, campioni in carica e in caccia del terzo successo consecutivo, al via con Glenn Coldenhoff (MXGP-Yamaha), Van de Moosdjik (MX2-Kawasaki) e Jeffrey Herlings (Open-KTM). Tra le squadre candidate ad un buon risultato, se non alla vittoria finale, sedicesimo cancello per l&rsquo;Inghilterra con Ben Watson (MXGP-Yamaha), Conrad Mewese (MX2-KTM) e Shoun Simpson (Open-KTM), mentre toccher&agrave; il diciannovesimo alla Francia di Benoit Paturel (MXGP-Honda), Tom Vialle (MX2-KTM) e Mathys Boisrame (Open-Kawasaki). Ventireesima posizione per il Belgio di Cyril Genot (MXGP-KTM), Liam Everts (MX2-KTM) e Brent Van Donnink (Open-Yamaha), davanti alla Germania di Max Nagl (MXGP-Husqvarna), Simon Laegenfelder (MX2-GasGas) e Henry Jacobi (Open-Honda), venticinquesima.    46,47 e 48, ecco i numeri di Cairoli, Guadagnini e Lupino per questo fine settimana  Al via le prove libere della MXGP   Via alle prove dalle 10 del mattino con le prove libere della MXGP, le gare di qualifica si svolgeranno nel pomeriggio a partire dalle 14.30 con la gara della MXGP, a seguire MX2 e Open.&nbsp; 

Giornata inaugurale a Mantova per l&#39;Italia solo ventottesimo posto al cancello delle gare, ventinovesimo per la favorita Olanda

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